martedì 13 febbraio 2018

I GRILLINI, OVVERO QUANDO I DIVERSI SONO UGUALI

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Il problema non è la pochezza di un pugno - per il momento pare siano una decina, ma chissà, è lecito sospettare che siano ben di più - di parlamentari grillini che non solo non hanno versato la quota prevista del loro appannaggio quali eletti - come sbandierato urbi et orbi - ma hanno pure fatto finta di farlo, bonificando la mattina - pubblicizzando il gesto - e revocando il bonifico il pomeriggio...
La gente facile all'indignazione sarà magari felice di avere altri motivi per esercitarsi al gioco preferito, io non sono iscritto al gruppo. 
Semplicemente, vorrei chiedere a coloro che spiegano il loro voto agli ortotteri non immaginando una loro maggiore capacità governativa (da dove desumerla ? l'unico un po' capace, Pizzarotti, sindaco di Parma, è stato espulso perché non fedele ai dogmi grilliferi ) , non per la validità del programma ( con molte parti copiate da quello di altri partiti) bensì per la loro diversità antropologica : loro sono gli "onesti".
Non è un discorso nuovissimo, iniziò Berlinguer con la questione morale, e quelli di sinistra convinti di essere i depositari della virtù, poi  la mission venne affidata agli ex magistrati, con Di Pietro e la sua Italia dei valori (visto che fine mediocre ?).
Oggi onestà onestà è il grido di battaglia dei pentastellati. 
Chi ha la pazienza di leggermi sa bene che francamente ad un politico, e specialmente ad un governante, io chiedo capacità, saper fare cose utili, districandosi tra la giungla di leggi (molte scritte malissimo) che i suoi predecessori hanno creato e i miliardi di paletti che, sfruttando ed interpretando ad capocciam quelle leggi, i magistrati gli mettono tra le ruote. Non è poco e mi basta.
Poi è uno col pelo sullo stomaco ? E ti credo, non farebbe politica.
Anche gente che tutti ammiriamo - o dovremmo - profondamente, come De Gasperi, fecero cose legalmente discutibili (per esempio decretare la definitività del risultato del referendum Monarchia - Repubblica, quando ancora erano sotto verifica i risultati contestati). Il leader del tempo della DC lo fece pensando fosse la cosa migliore per mettere fine ad uno stato di tensione crescente, ma resta che fu un atto d'imperio non legittimo. 
Concludendo, sono un crociano e come il filosofo abruzzese e napoletano d'elezione penso che non mi farei operare da un chirurgo onesto ma poco capace...
Questo però è il mio pensiero, la mia convinzione, per cui dell'onestà di un politico mi interessa il giusto (poco).
Ma loro, gli elettori frinenti ? 
Che poi, come osserva amaramente il buon Mattia Feltri, nella sua rubrica su La Stampa, fossimo 'sto popolo così virtuoso, che ingiustamente viene vessato da una classe dirigente avida e corrotta. In realtà gli eletti grillini, veramente cittadini ordinari, ché in Parlamento ci sono finiti per qualche decina di clic nelle ridicole parlamentarie del 2013 (stavolta Di Maio e Casaleggio junior hanno pensato bene di correggere la cosa, "guidando" Rousseau...) , si sono comportati come tanti avrebbero fatto al posto loro, e i soldi, a loro destinati in qualità di eletti, hanno cercato il modo di tenerseli.
Per non parlare della buffonata di non ritirarsi dalle elezioni ma annunciare che, in caso di elezione, si rinuncerà al seggio...
Cari amici che voterete 5 Stelle, i vostri "eroi" sono normali, assolutamente normali.
Onesti è un'altra cosa. 

LaStampa.it


RIMBORSOPOLLI

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MATTIA FELTRI
Al momento in cui andiamo in stampa, dal fondo per le piccole imprese aperto dal Movimento cinque stelle manca oltre un milione di euro. Si usa una formula prudenziale perché ieri mattina mancavano 200mila euro, dopo pranzo ne mancavano 500mila, e poco prima di cena si era già, appunto, oltre il milione.

Funziona così: a fine mese i parlamentari grillini versano sul fondo una quota del loro stipendio e poi si fanno la foto con quegli assegni formato maxi come la loro virtù. Che poi 23 milioni li hanno raccolti, onore a loro. Però qualcuno (i nomi in cronaca) disponeva il bonifico dalla banca online, pubblicava la ricevuta e subito dopo annullava il bonifico. Altri avevano escogitato un sistema più rapido: pubblicavano sempre la stessa ricevuta e cambiavano la data. Un po’ come dare cinque euro a un senza tetto, scattare il selfie, metterlo su Facebook e poi riprendersi la banconota: show da rubagalline.

Vorremmo però risparmiarvi la solfa del puro che viene epurato, della nemesi dello scontrino e tutte quelle scontatezze: 
soltanto un illuso (e ce ne sono molti, e Beppe Grillo è il più illuso di tutti) può pensare che un popolo probo e laborioso produca da decenni, e per coincidenza astrale, una classe dirigente viziosa. 
L’aspetto straordinario è però un altro. Fra falsari della beneficenza, massoni inconfessati e inquilini a sbafo, sono più o meno una decina i candidati in lista col primo partito italiano a cui, come primo atto parlamentare, toccherà autoeliminarsi. Ecco, si comincerà con un beneaugurante suicidio di massa. 

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