mercoledì 21 giugno 2017

SULLO IUS SOLI SERVIREBBE QUALCHE DUBBIO IN PIù E TROPPE CERTEZZE IN MENO




Lo ius soli nel mondo:
     Diritto di cittadinanza incondizionato per tutte le persone nate nel Paese (ius soli automatico)
     Diritto di cittadinanza con alcune condizioni (ius soli temperato)
     ius soli abolito


Se ci limitiamo al latinorum, e quindi sintetizziamo e semplifichiamo la questione della prevalenza tra lo ius soli e lo ius sanguinis, io mi schiero col secondo : è italiano chi nasce da italiani (almeno uno) e non chi nasce in Italia.
Dopodiché sono d'accordo con Mattia Feltri - che pure immagino che nella semplificazione di cui sopra sceglierebbe diversamente da me - che la questione è più complessa, e che le tifoserie hanno torto entrambe nell'estremizzare il problema.
E quindi sono d'accordo - ma allora il termine ius soli è una forzatura - a immaginare l'acquisizione della cittadinanza italiana verificandosi una serie di requisiti tra cui la nascita sul territorio nazionale, che però resta UNO di più elementi che devono coesistere.
In Germania per esempio il genitore deve essere da almeno otto anni residente, in Portogallo devi compiere diciotto anni, in Austria devono passare cinque anni...Anche in Danimarca c'è un congruo lasso di tempo durante il quale l'aspirante cittadino avrà fatto un percorso idoneo e tale da poter ritenere che anche i nostri valori e principi siano stati recepiti e interiorizzati alla stregua di quelli trasmessi dai genitori non italiani.
La legge promossa dal PD sicuramente, al di là degli slogan elettorali, non introduce lo ius soli "puro", che credo esista in una minoranza di paesi, tra cui però gli USA (che sappiamo avere una storia particolare), ma non sono sicuro che realizzi un compromesso accettabile.
Vedremo l'evoluzione della norma, tenendo conto che in effetti, se uno nasce, cresce, studia qui, lasciato LIBERO dalla SUA famiglia, di integrarsi pienamente, e questo per anni, bé perché , se lo desidera, non dargli la cittadinanza ?
Bello, e da meditare, l'aneddoto di casa Feltri.

C’era un cinese a Roma

 Risultati immagini per ius soli in francia
 
Il dubbio è uno dei nomi dell’intelligenza, diceva uno che purtroppo non è più di moda, proprio come il dubbio. Sono tempi in cui, nell’unico dubbio ammesso, quello di passare per deboli, si preferisce inerpicarsi sulle barricate delle certezze, e sparare al nemico. Il dibattito parlamentare sullo ius soli (la cittadinanza per nascita) e il carnevale di commenti su Internet hanno seguito le logiche anabolizzate della certezza, per cui da una parte ci sono quelli persuasi che lo ius soli sia una sciagura, e dall’altra quelli persuasi che sia un grande passo dell’umanità.  
 
Da certezza discende certezza, e dunque quelli a favore dicono che gli altri sono contrari per accarezzare gli istinti suburbani dei loro elettori, e quelli contrari dicono che gli altri sono a favore per accarezzare l’imbecillità buonista dei loro, di elettori. 
 
Dopo di che, chissà se sarà utile a incrinare le certezze degli schieramenti un vecchio discorso di George W. Bush, ex presidente degli Stati Uniti dove c’è lo ius soli: «Noi siamo legati da valori di fondo che ci muovono al di sopra della nostra quotidianità, ci sollevano al di sopra dei nostri interessi, ci insegnano che vuol dire essere cittadini. Ogni cittadino deve sostenere questi principi. E ogni immigrato, attraverso la condivisione di questi ideali, rende il nostro paese più, non meno, americano».  
 
Senza bisogno di Bush, qui qualche dubbio è sorto quando nostro figlio ha invitato a casa un bimbo orientale della sua scuola romana. Di dove è?, abbiamo chiesto a nostro figlio quando il bimbo è andato via. «Di Roma».  

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