mercoledì 25 maggio 2016

MANIFESTAZIONE NAZIONALE DELL'UNIONE CAMERE PENALI : TRA LA DIFESA DEL GIUSTO PROCESSO E LE "GARANZIE DILATORIE"

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Quando il titolo è efficace ed esauriente :

IL PROCESSO SENZA FINE, LE INTERCETTAZIONI SENZA LIMITI, L’INTERPRETAZIONE SENZA CONFINI.

Questa l’intestazione della giornata tenutasi nella sala del Consiglio dell’Ordine degli avvocati, presso la Corte di Cassazione a Piazza Cavour,  indetta dalla Unione Camere Penali il giorno centrale dei tre di astensione proclamati dall’intera avvocatura per sensibilizzare mondo politico e società civile sulle storture che sempre più seriamente ledono i diritti e le garanzie dei cittadini .

La manifestazione prevedeva  la mattinata dedicata al confronto col mondo politico, il pomeriggio con quello accademico.

Personalmente ho potuto assistere alla prima parte, e mi dispiace aver saltato la seconda perché è sempre prezioso ed istruttivo ascoltare giuristi dello spessore – anche argutamente polemico – del Professor Spangher, ormai fedele amico delle Camere Penali (lo trovo sempre, le volte che partecipo a qualche loro convegno) .

Peraltro significativi sono stati gli interventi dei politici , quali il ministro Enrico Costa , i senatori D’Ascola ( anche presidente della Commissione Giustizia del Senato) e Quagliariello il sottosegretario di Stato alla Giustizia Cosimo Ferri.

Il primo a prendere la parola è stato il senatore D’Ascola, che l’amico Mauro Anetrini ( candidato alla presidenza dell’Unione, congresso a fine settembre in quel di Bologna)  mi descrive – ovviamente non lo conoscevo – come uomo di grande preparazione ed intelligenza, molto democristiano.  Sui pregi, mi fido del giudizio di Mauro, mentre sulla democristianità  , dopo averlo sentito parlare, non ci possono essere dubbi di sorta , rimanendo il suo discorso, a mio parere, molto sulle generali, diplomatico, quasi canonico, finalizzato a non scontentare nessuno.  IN buona sostanza, impalpabile.

Molto meglio gli interventi successivi, a partire dal Ministro Costa che del resto in varie occasioni ha dimostrato di essere l’unico elemento del governo in carica ad avere a cuore i principi di diritto e garanzia  (il Ministro Orlando, amato da Riccardo Cattarini, non sarebbe accio, ma probabilmente il suo posto a via Arenula scotta, esposto in prima linea com’è sul fronte con quelli della anm , l’associazione sindacale dei magistrati, guidati, pare per fortuna per poco, da quell’aguzzo guerrafondaio della polemica e della provocazione  che è il dr. Davigo)..

Pare che sia proprio grazie a Costa se finalmente, ai tanti proclami propagandistici che i giustizialisti in toga e in Parlamento, si è potuto replicare con la forza dei numeri e delle percentuali.

Risultati immagini per manifestazione nazionale camere penali   Lo scandalo delle prescrizioni, lo strumento bieco – inutile spiegare che è uno dei capisaldi del diritto dalle sue origini , rintracciandone i primi segni addirittura nelle XII tavole, e naturalmente nella Roma Repubblicana e poi con Giustiniano – per il quale i criminali “la fanno franca” , sfruttato da avvocati dallo stomaco villoso che perdono tutto il tempo possibile per fornire questa via di fuga ai loro colpevoli (sempre !) clienti.

Ebbene, il Ministro Costa rappresenta come sia stato accertato che  l’85% delle prescrizioni si consumi  nelle fasi delle indagini preliminari e il processo di primo grado. L’85% !

Di più : su 110.000 prescrizioni realizzatesi in questo arco temporale, ben 88.000 sono quelle riferibili alla fase delle indagini, quella nella quale, diceva coloritamente il past president dell’Unione, Valerio Spigarelli, “l’avvocato non tocca palla”.

Altra cosa importante :  i reati più gravi, quelli cd. Di “sangue”, sono imprescrittibili .

Infine, ultimo ma non per importanza, la famosa questione della prescrizione che interviene perché il reato si scopre tardi, sono in tutto meno del 10%.

Il Senatore Costa parla dell’importanza dell’organizzazione degli uffici, rilevando come in alcuni le percentuali di prescrizione sono vicino allo zero, altri, nonostante un numero superiore di magistrati e personale, del 30%.

Sono numeri che dovrebbero tacitare parecchia gente, ma da noi non succede.

Del resto, ricordate il seguito popolare toccato per lustri a Di Pietro ? Poi l’uomo ha fatto la fine che meritava, ma i suoi fedeli, delusi, sono sempre pronti a trovare un nuovo Savonarola. Oggi è Davigo.

Ma ci sono altre considerazioni, non da poco, che il senatore Costa,  e poi Quagliariello, propongono :  come si concilia la pretesa di un processo senza fine – come definirlo uno che può prolungarsi per oltre 20 anni ! – con il principio costituzionale, e anche delle corti europee, della ragionevole durata dello stesso ?

E siamo sicuri che il diritto degli imputati ad un processo giusto e di durata sensata  si contrapponga a quello delle vittime, della società civile ? Non è interesse anche delle seconde, e della comunità tutta, che i processi si concludano non in lustri ?

C’è qualcosa di patologico in qualcuno che preferisce attendere 20 anni “pur di avere giustizia” (ricordo : gli omicidi , le stragi, per questi crimini NON c'è prescrizione).

Costa, lodevolmente, tocca poi il tasto degli errori giudiziari, ché ci stanno anche quelli , e le difficoltà  mostruose per partorire una legge sulla responsabilità civile dei magistrati che definire “buonista” per le toghe pregiate è eufemistico e che pure a lor signori non piace (non ne vogliono nessuna).

Eppure , dal 1992 ad oggi, lo Stato ha dovuto rifondere la bellezza di 600 milioni di euro per l’ingiusta detenzione, con 25.000 persone risarcite per la perdita del bene più prezioso, la libertà.

La bella e brava collega Maria Brucale, che di carceri è un'esperta nazionale, mi ha subito segnalato  le altre  migliaia che , pur detenute ingiustamente, perché poi prosciolte, un indennizzo non l’avranno mai  per la vergognosa applicazione del principio della condotta “sospetta” dell’imputato ( che con essa avrebbe  indotto in errore il magistrato inquirente…).

Se siete amici dall’infanzia di uno che poi diventa un delinquente, abbiate cura di troncare  qualsiasi rapporto con lui, ché magari vi mandano in galera e poi vi dicono che è colpa vostra se avete amicizie sbagliate… Potrebbe anche accadere che nemmeno siate a conoscenza delle attività illegali dell’amico in questione, ma la legge non ammette ignoranza no ? Dite che la legge non c'entra una beneamata con una cosa del genere ?  Disfattisti !

Risultati immagini per camere penali e intercettazioni  Sul tema delle intercettazioni sia Costa che Quagliariello hanno sostenuto che le norme esistenti andrebbero bene, senza bisogno di riforme, se non ci fosse il problema delle libere, a volte fantasiose interpretazioni dei giudici, tra l’altro molto variabili  a seconda delle circoscrizioni giudiziarie. Infatti, circoscrizione che vai, circolare che trovi. La Circolare, il nuovo strumento para normativo inventato dai presidenti di Tribunale o dai capi delle procure…

Il problema, ricordava  nei suoi preziosi interventi  Mauro Anetrini, non è dato dalla  eventuale saggezza o condivisibilità di queste circolari, quanto dal fatto che l’Italia si dà il caso che sia una, e la giurisdizione dovrebbe essere la stessa ad Aosta come a Catania…

Per evitare gli abusi interpretativi – Quagliarielllo usa proprio questa espressione – sarebbe bene che il legislatore scrivesse norme migliori, nel senso di più chiare, e con accentuato aspetto di tassatività. 

Osserverà successivamente il Professor Fabio Alonzi che veramente anche quando la norma è letteralmente chiara, i giudici, persino quelli di Cassazione, non si peritano di stravolgerla.

L’esempio è quello del principio introdotto con la riforma delle misure cautelari (L. 47/2015) , la quale, tra l’altro, prevede che  il Giudice debba motivare in modo AUTONOMO la propria decisione, evitando quindi meri riferimenti alle richieste del pubblico ministero, e/o possibilmente il poco dignitoso “copia-incolla” delle argomentazioni dell’accusa, nonché pronunciarsi, specie in caso di rigetto delle stesse, sulle osservazioni della difesa.  Bene, tutto questo può continuare tranquillamente a NON avvenire senza che la Cassazione, in applicazione della nuova legge, bocci il provvedimento perché non conforme a legittimità.

L’invenzione della “soft law”,  vale a dire la giurisprudenza che in realtà snatura la norma che dovrebbe applicare e che invece “interpreta” fino alla sua sostanziale disapplicazione, è  il nuovo corso  da cui mette in guardia il professore Spangher che nota come le sentenze della Cassazione siano sempre più contraddittorie, con sezioni che si contrappongono (a volte la disputa è all'interno della stessa sezione, cambiando il collegio), fino all’inevitabile intervento delle sezioni unite che, per lo più, finiscono per scegliere l’interpretazione meno favorevole alle garanzie, e questo a dispetto dei principi costituzionali sanciti espressamente da limpide prescrizioni : artt. 15, 25,27, 111…

 Il sottosegretario alla giustizia, il magistrato ( per concorso, ché credo abbia esercitato ben poco e tutto sommato credo sia stato meglio così) Cosimo Ferri, è intervenuto in modo abbastanza approssimativo, preoccupandosi di rivendicare l’operato del governo, che si  darebbe un gran da fare, cercando di mediare tra le opposte posizioni di magistrati e avvocati , rilevando che si, va bene, le prescrizioni si consumano soprattutto per colpa delle indagini troppo lunghe, però come la mettiamo con i tempi morti del processo ? E cita il problema delle notifiche a vuoto, degli intervalli di tempo tra un’udienza e l’altra, tra il primo e il secondo grado…Verrebbe da dire : e li risolvi allungando i tempi di prescrizione ?

Gli scappa un’infelicissima espressione : “le garanzie dilatorie”.
I colleghi hanno dovuto sedare il maestro Battista e il sanguigno Intrieri, che chiedevano, con una certa veemenza, che il sottosegretario Ferri facesse degli esempi concreti.  Come avrebbe mai potuto ? Le garanzie o sono tali, e allora senza aggettivi, oppure non lo sono e quindi le eliminassero, del caso cambiando la Costituzione ( tanto, di questi tempi, perché no ?).

In realtà il cerchiobottismo governativo è preoccupante, perché qui non si tratta di accontentare un po’ gli uni e gli altri, quanto avere il coraggio di ascoltare i diversi ragionamenti e scegliere che tipo di civiltà giuridica si vuole.

Quella che si va delineando, con processi  senza fine,  intercettazioni senza limiti, interpretazioni senza confini, a noi non piace.

2 commenti:





  1. Io non ci provo neanche a dare un parere su se si tratti di errore giudiziario oppure, altrettanto grave, un'indagine fatta coi piedi poi giustificata (ma non giustificabile in caso sia stata proprio lei) col vecchio e assolutorio (delle responsabilità della magistratura), "meglio un colpevole in libertà che non un innocente in galera .

    Ma questi dati rispecchiano purtroppo, una situazione insopportabile alla quale, per altro, a DX cercano da molti anni di porre rimedio mentre toghe di MD e SX "politica" osteggiano e ostacolano in tutti i modi. Poi passa un certo Mastella che per averci provato davvero a mandare in porto la riforma della Giustizia finì arrestata la moglie e indagato lui, i figli e il (citazione) "gatto di casa che non si sa mai."


    Pensare che noi ci permettiamo di fare le pulci agli indiani per come stanno strumentalmente trattando il caso dei nostri marò .


    Leno Lazzari


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    1. Gentile Lazzari

      sono d'accordo con molte delle sue considerazioni - e sottoscrivo il richiamo alla "punizione" di Mastella - con un'unica riserva : la destra si è scoperta garantista per difendere il suo leader. Oggi che il Cavaliere, anche per ragioni di consunzione temporale (ha 80 anni, e ne sono passati ben 22 dalla sua "discesa in campo", tutti i leader politici mondiali dell'epoca hanno lasciato prima di lui), ha un ruolo marginale, la destra riscopre pulsioni sicuritarie, segue la pancia della gente per la quale molto meglio rischiare un innocente dentro che lasciare un colpevole fuori.
      Questo naturalmente finché la cosa non ci tocca da vicino, ché allora tutti scopriamo che "garantista" è bello...

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