martedì 31 luglio 2018

CALCIO : PENSIERI D'ESTATE

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Il calcio mercato è divertentissimo, e non ho dubbi che i cd. giornali sportivi vendano più in questi due mesi che in tutto l'anno. Vuoi mettere vendere sogni che doversi confrontare con la spesso dura realtà ? 
Certo quest'anno la juve, col colpo monstre di Ronaldo, ha un po' smorzato gli entusiasmi tipici di questo periodo. A Roma per esempio si scherza, più o meno faceti, sullo sfumare dell'unico titolo certo da oltre 15 anni a questa parte, che era appunto lo scudetto agostano, assegnato de plano alla Maggica.
Però in compenso c'è l'elettricità diffusa da un arrivo così eccezionale nel campionato italiano, con tutti gli stadi che si riempiranno per vedere il Fenomeno.
Sicuramente è la novità più clamorosa, e non a caso ha occupato le prime pagine dei giornali del mondo, non solo italiani.
Però, o forse anche grazie a questo colpo bianconero, il prossimo si annuncia un campionato più ricco.

Il Napoli al momento francamente non lo vedo più forte , però è arrivato il mio allenatore preferito, Carletto Ancelotti, la cui bravura e simpatia potrebbero fare pregio sulla sciattezza arrogante del presidente azzurro. 

L'Inter, se, come sembra, prende anche Vidal, ha sulla carta un centrocampo di una fisicità pazzesca, con Brozovic, il cileno e Naingoolan, preso dalla Roma. Certo, potrebbe essere che, causa squalifiche, non giochino spessissimo tutti e tre insieme, però sono veramente forti. Dietro hanno preso De Vrej, bravo, e davanti confermati Icardi e Perisic, che il mondiale ha confermato giocatore di classe superiore.
Insomma, l'Inter c'è, e Spalletti non è simpatico ma capace, parecchio, sì.
La Roma ha ceduto Nainngolan, uno forte, e Allison, che l'anno scorso è stato il miglior portiere della serie A. Partenze importanti. Però ci sono molti arrivi di giovani interessanti (Cristante, Coric, Kluivert), Schick potrebbe dimostrare di non essere una sòla (io penso che sia bravo) e se arriveranno N'Zonzi e Suso la vedo competiva.

Venendo alla mia Juve, ovvio che l'arrivo di Ronaldo spariglia tutto e condiziona ogni valutazione.
Però un giocatore, per quanto forte, non vince da solo (forse solo Maradona, nella mia vita di osservatore di calcio, ho visto rendere vincenti squadre buone ma non superiori). 
Nella Juve ogni anno vanno via in diversi, e quest'anno è partito Buffon (che merita un discorso a parte), e potrebbero andarsene Higuain (qui siamo alla certezza, essendo impensabile la convivenza con CR7) , Rugani ( in effetti 50 e passa milioni per un difensore non ancora affermato sono tanti) , Caldara (appena arrivato, ma anche qui i soldi potrebbero essere tanti e tentatori), Benatia, Alex Sandro e purtroppo anche Pjianic.
Quest'ultimo spero che resti, pare che Allegri abbia posto il veto e spero sia vero. Però, si sa, alla Juve non ci sono incedibili e al prezzo "giusto" avremmo ceduto anche il miglior Del Piero.
Si parla di un ritorno di Bonucci, e i tifosi più autentici rumoreggiano, non volendo riaccogliere il "traditore". 
Francamente sono un estimatore di Leo. Alla Juve ha fatto bene, è stato un professionista serio, ha avuto un brutto, pesante screzio con l'allenatore. Di qui, la frattura della scorsa stagione.
Certo, è andato al Milan, ha fatto dichiarazioni melense per accattivarsi i nuovi tifosi, ha accettato la fascia di capitano (del tutto fuori posto, per uno appena arrivato e poi dalla Juve...), però non l'ho mai sentito parlare male della Juve e tantomeno del suo vecchio pubblico.
Ha esultato dopo il gol fatto ai bianconeri ?  E quando sono ipocriti quelli che non lo fanno ?
Senza contare che Baggio il primo anno si rifiutò di battere un rigore contro la Fiorentina e poi divenne l'idolo della curva (e ci mancava il contrario, fenomeno com'era !) .
Insomma, ben venga il ritorno di Leo, ma non lo scambio con Caldara ! Già va via Rugani, 25 anni, nazionale italiano, pure quest'altro, 24enne,  ? Con una difesa che pecca per anzianità ??
Non parliamo poi di Pjianic, che in quel ruolo oggi che non ci sono più Pirlo, Xavi, Iniesta, probabilmente è secondo solo a Modric . 
Se lo cedessimo coi soldi prenderemmo Rabiot ? Kanté ? Milinkovic Savic ? tornerebbe Pogba ?.
Non è detto e comunque resterebbe che in mezzo al campo non avremmo un uomo d'ordine capace di illuminare (Betancourt per esempio sembra un buon geometra, ma a lanci ed assist non mi pare grandemente attrezzato, Emre Can non lo conosco ma mi dà l'idea di un Kedira più giovane e più sano, non un regista). 
Diciamo che se restassimo così, con le sole cessioni di Higuain ed UNO tra Rugani e Caldara, e l'arrivo di Cancelo (l'anno scorso ha fatto molto bene all'Inter) Emre Can (lo abbiamo voluto a tutti i costi, un motivo ci sarà, spero...) e, naturalmente, il "divino" CR7, sarei contento (ancorché un po' di preoccupazione, per la compatibilità di un fenomeno del genere con la realtà meno fastosa di Torino e dell'Italia odierna, ce l'ho). 

Due righe su Buffon.  Sono rimasto sorpreso della sua decisione di non smettere, a 40 anni suonati, e di andare al PSG.
Voglia di Champions, si legge, ma non credo che i francesi abbiano più chance della Juve, sono lì, in seconda fascia, a ridosso delle solite tre (Real, Barca e Bayern, nell'ordine), quindi ?
Allora ho pensato che alla Juve Gigi non fosse più sicuro di essere titolare (a Scezsny era stato chiesto di pazientare un anno, da secondo, non due) e preferisse smettere, quando il PSG gli ha offerto la possibilità di restare in vetrina ad alto livello. 
Oggi però leggo che l'allenatore del PSG non ha gerarchie, Buffon è uno dei tre (manco due !) portieri titolari, e deciderà in base alla condizione di forma...
Buffon ha fatto sapere che lui non ha mai preteso garanzie sul posto di numero 1 e chissà se è vero..., ma certo non mi pare la sua, in questi termini, a 40 anni, una gran scelta.
In realtà, da tempo, con tutta la gratitudine che ho per un atleta che all'apice della carriera, della fama e del successo (neo campione del mondo,unanimemente considerato il più forte nel ruolo ), scelse di scendere in B con la Juve , penso che Buffon sia un uomo fragile, fin troppo semplice (lo dimostrano retorica basica del suo linguaggio e la lacrima facile nelle sconfitte) che avrà grandi problemi ad adattarsi alla vita lontana dal verde dei campi e dalla luce dei riflettori.
Se questa mia previsione si rivelasse azzeccata, spero che la D'Amico, che mi appare assai più strutturata, non lo molli e lo sappia supportare.
Per ora, non lo segue a Parigi...

lunedì 30 luglio 2018

CINA THE FIRST ? FORSE ANCORA NO. E MAGARI TRUMP LO RIELEGGONO PURE...

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Trump è matto, e l'America in inarrestabile declino. La seconda cosa si legge da decenni, la prima è inevitabilmente più recente, essendo l'uomo stato eletto solo un paio d'anni fa.
Il bravo Fugnoli ci spiega che forse queste certezze diffuse non sono esattamente tali, più spesso percezioni piuttosto distanti dalla realtà. 
Nella sua consueta, gustosissima prefazione di un post centrato sul confronto America - Cina (dove la percezione diffusa è che la seconda sta sopravanzando gli USA , la realtà mostra come ancora si guadagni di più, e parecchio, ad investire nella prima piuttosto che nella seconda) , ci sono due considerazioni da stralciare e conservare con cura :

1) la superficialità e stupidità di tanti  (suoi) contemporanei superinformati e sottoacculturati. 

2) il chiacchiericco pretenzioso e approssimativo , ottima rappresentazione del pensiero non alto, bensì delle credenze diffuse 

Non vi viene in mente proprio nessuno ? 
Sono certo di sì

Buona Lettura 




PERCEZIONI E REALTA’


Dieci anni di spettacolare outperformance dell’America

di Alessandro FUGNOLI  

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Negli ultimi anni della sua vita, tra il 1870 e il 1880, Gustave Flaubert lavorò al Dictionnaire des idées reçues, un dizionario dei luoghi comuni che completava il Bouvard et Pécuchet, a sua volta studio tragicomico della superficialità e stupidità di tanti suoi contemporanei superinformati e sottoacculturati. Flaubert era affascinato e ossessionato dal chiacchiericcio pretenzioso e approssimativo e la sua perversione lo portò a leggere avidamente 1500 libri a suo stesso dire insulsi e insignificanti per riuscire a immergersi in quel modo di pensare. In questo senso Flaubert può ben essere considerato un anticipatore dell’histoire des mentalités proposta dalla scuola storiografica delle Annales. Non una storia del pensiero alto, ma un’analisi delle credenze diffuse.
Non c’è dubbio che tra le idee fatte dei nostri giorni cui Flaubert dedicherebbe attenzione c’è quella per cui la Cina ha già vinto (o è a un passo dal vincere). Ha già vinto nella tecnologia (5G, intelligenza artificiale, fintech), nell’economia (crescita doppia rispetto all’America e tripla rispetto all’Europa), nella politica (il modello neoconfuciano è più stabile ed efficace), nel soft power (la conquista dell’Africa, la nuova via della seta, l’unificazione dell’Eurasia) e nella capacità di visione strategica. Basta scorrere i siti internazionali di novità librarie e si noterà che non c’è un giorno in cui non esca un libro che ci spiega come la Cina sia il paese del futuro.
Altrettanto ampia, d’altra parte, è la bibliografia sul declino americano, sulla Finis Europae, su Silicon Valley che dorme sugli allori e non inventa più niente, sulla produttività in declino strutturale, su Trump che sfascia l’Occidente, sulle derive populiste (Is Democracy Dying? si chiede con angoscia la copertina di Foreign Affairs di giugno), sul debito che continua a crescere, sulle montanti malatttie dello spirito (xenofobia, nazionalismo,  atomizzazione) che spariscono miracolosamente dall’orizzonte se si riprende a parlare di Cina.
Poi capita che, giusto per verificare, si vada a guardare come le grandi borse del mondo abbiano reagito in questi anni alla grande trasformazione in corso e ci si aspetta che, nella loro sapienza collettiva, i mercati non abbiano potuto che confermare e festeggiare il sorpasso cinese. E qui cominciano le sorprese.
Si va a confrontare la chiusura delle borse di un giorno qualunque come oggi con quella del 12 luglio 2015, tre anni fa. La borsa americana è cresciuta da allora del 32.1 per cento. Il Dax dell’Europa in brillante ripresa è salito di un quarto, il 7.8 per cento. L’indice della borsa di Shanghai è sceso dell’11.8 per cento. Chi avesse investito 100 su New York si ritroverebbe con 132.1, se l’avesse fatto su Shanghai avrebbe oggi 88.2, una differenza di 43.9 punti. Qualcuno dirà, sì, ma il cambio? Niente, il cambio peggiora solo le cose dal momento che il dollaro si è apprezzato del 7.9 per cento in questi tre anni rispetto al renminbi, innalzando l’outperformance dell’America sulla Cina al livello piuttosto impressionante di 51.8 punti.
Si dirà che non vale, nel 2015 la borsa cinese è andata in bolla e poi è crollata, un anno disordinato, insomma, e poco rappresentativo. Andiamo allora indietro non di tre ma di cinque anni, al 12 luglio 2013, una fase abbastanza tranquilla per tutti. Lo Standard and Poor’s chiuse a 1680, ora è a 2787, un aumento del 65.9 per cento. Il Dax è cresciuto nel frattempo del 51.7 e Shanghai del 37.3.
Bella forza, si obietterà, le borse occidentali hanno avuto un forte rimbalzo dopo il disastro del 2008-2009 e questo falsa il confronto con la Cina, che durante la Grande Recessione non subì danni. Andiamo allora indietro di 10 anni, al 12 luglio 2008, giusto qualche settimana prima del crollo. Bene, da quel giorno fino a oggi Shanghai è salita dell’1.2 per cento, il Dax del 93.9 e New York del 121.2 per cento, esattamente cento volte di più della Cina (il cambio tra dollaro e renminbi era praticamente lo stesso di oggi).
Va bene, dirà ancora qualcuno, ma solo i pigri (e quelli che volevano evitare le commissioni di gestione) che hanno comprato gli Etf cinesi agganciati all’indice sono rimasti al palo. I fondi attivi, concentrandosi sui titoli cinesi legati ai consumi interni ed evitando i grandi carrozzoni a partecipazione pubblica, hanno dato buoni risultati, a volte ottimi. È vero, ma è un altro discorso.
Se consideriamo le borse come rappresentative delle economie sottostanti è più che giusto, in Cina, includere le società a partecipazione pubblica, un  ampio settore dell’economia cinese che in questi anni ha continuato e continua tuttora a distruggere valore.
In pratica possiamo dire che la Cina ha oggi un’economia di dimensioni quasi triple rispetto a dieci anni fa (13 trilioni di dollari contro i 4.6 del 2007), ma la sua capitalizzazione di borsa (funzione della sua redditività di sistema) è rimasta invariata.
Alcuni traggono da questo l’idea di comprare oggi la Cina e vendere un’America sopravvalutata e a fine ciclo. Può essere, ma ricordiamoci del Giappone, un altro paese che a metà degli anni Ottanta veniva considerato il futuro padrone del mondo e un’altra borsa che per i due decenni successivi continuò a deludere.
La Cina ha imparato molte cose dal Giappone e ha finora evitato errori strategici che il Giappone commise, come il permettere bolle finanziarie e immobiliari prolungate, l’accumulare eccessivi surplus commerciali e il tollerare livelli di cambio disallineati con i fondamentali.
La Cina rischia oggi però di ripetere un altro errore giapponese, quello di sentirsi ormai superiore su tutti i piani rispetto all’America e, di conseguenza, di sottovalutarla. Come nota il sinologo Christopher Balding su Bloomberg, con la sua azione Trump sta prendendo a cannonate le fondamenta del modello economico della Cina, privandola di esportazioni e quindi di dollari. Certo, in teoria la Cina potrebbe rispondere svalutando (un po’ l’ha già fatto), ma andare oltre un certo limite significherebbe entrare in guerra non solo con l’America ma anche con l’Europa e, cosa ancora più pericolosa, rischierebbe di rimettere in moto su larga scala la fuga di capitali che abbiamo visto nel 2015 e che è costata un trilione di dollari di riserve (mai più recuperate) in poche settimane.
È per questo che, dietro la facciata compattamente nazionalista, cresce la pressione interna per trattare con l’America. È lo stesso fenomeno che abbiamo cominciato a vedere in Europa sulle auto. Se Europa (prima) e Cina (dopo) accetteranno di rendere più equilibrati i commerci Trump passerà alla storia non come un pr o t e z i oni s t a ma c ome un globalizzatore di nuova generazione. Con meno disavanzo americano, in compenso, il mondo avrà meno dollari e questo rischierà di aggravare la riduzione della liquidità globale di cui già stiamo avvertendo i primi segnali.

Nei prossimi mesi i mercati globali saranno ancora sostenuti dagli utili americani. Al netto delle guerre commerciali la borsa americana rimarrà la più solida. Solo se Europa e Cina andranno incontro all’America e faranno concessioni sui dazi le loro borse potranno fare meglio dell’America. Se prevarrà invece la linea del colpo su colpo altri danni saranno inevitabili.


PICCOLO RACCONTO DI MEZZA ESTATE

A volte degli amici - molto amici ...- mi hanno chiesto perché non mi cimento con un racconto, addirittura un romanzo. 
Spiego sempre che non ho quel respiro, e non sono un creativo. Mi piace osservare e raccontare, commentando. Ma la narrativa è altra cosa.
Alcuni insistono e il momento in cui smetterò di battere i marciapiedi dei palazzi di giustizia si sta - fortunatamente - avvicinando...chissà, potrei provare...

Allora tento un piccolo esperimento...di seguito propongo una brevissima storia, forse di fantasia, forse no, ma in questo caso sarebbe passato talmente tanto tempo che è come se lo fosse.
Se non vi è dispiaciuta, sarete carini a farmelo sapere in qualche modo...


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Sei concentrato, teso, di una tensione giusta, che conosci. 
La tensione dei momenti importanti.. 
L’hai atteso tanto questo momento e adesso sta per accadere. Vedrai Giulia ed entrerai dentro di lei.
Questo vuoi, ad ogni costo, come non ti era mai accaduto prima, perché mai prima un momento così è stato a lungo pensato e desiderato senza poter essere realizzato.
Non la ricordi Giulia, se non vagamente. Sono passati più di cinque mesi da quel giorno di giugno e Giulia l’hai vista in tutto tre volte !  Non c’è niente di normale, di ordinario in tutto questo ma non ha importanza.  Il cuore voleva evidentemente certe emozioni e la mente , aiutata da tante particolari circostanze, gliele ha date.
Ora però l’incontro di anime si deve completare, a costo di rompere i sogni.
Sei arrivato in anticipo, aspetti, ma non con ansia. Sei deciso, quella bella sensazione che conosci, che sai di avere nei momenti importanti. Non sempre purtroppo, però sai che può essere nelle tue corde.
Giulia arriva, su una polo argentata, contromano…
La vedi e non la riconosci. Anche lei non ti riconosce , ma ci sei solo tu nel piazzale e quindi lei sa che devi essere tu, e ti sorride imbarazzata ed emozionata. Chissà che avrà provato vedendoti. La  sensazione primordiale, a pelle, come si dice, prima che la sua mente – fervida, meravigliosa e pericolosissima - si metta in moto…
La tua è che Giulia è affascinante  e quando apri lo sportello e vedi il suo sorriso, bello , luminoso anche se non d’amore, pensi : si,  vorrei questa donna al mio fianco. E’ un pensiero immediato, la risposta ad una domanda venuta chissà da dove perché non è questo che a livello conscio ti eri chiesto fino a quel momento. Ed invece è la prima sensazione che hai.
Entri in macchina, lei è emozionata e vuole comunicarti la sua emozione. Tu no. Tu senti solo che sei stranamente contento e sicuro. Non di lei, di te.
L’albergo è vicino. Per fortuna è bello ( avevi terrore di un albergo squallidino, triste) , non caldo ma elegante. Nessun problema alla reception. Giulia ha già pagato il conto, ti dispiace, non doveva, sei tu l’uomo, il cavaliere, ma dentro sei contento : anche Giulia ha voluto quel momento e l’ha costruito con te e anche più di te.
L’ha costruito, più di te… MA tu l’hai voluto più di lei e tutta la giornata lo dimostrerà.
Saliamo in stanza, Giulia è sempre emozionata, ha sete, le mani le tremano. Tu la guardi e ti riempi gli occhi di lei : elegante, bel vestito, bel trucco, belle scarpe…
Finalmente l’abbracci, è la prima volta ed è bello. Lei aderisce a te, si fa sentire e tu senti il desiderio che sale. Fino a quel momento erano solo gli occhi, finalmente è arrivato anche lui…
Si spoglia, rimane in intimo e calze. Il corpo di Giulia è bello ed inaspettato. E’ magra, come ti diceva, ed in effetti si intuisce che nel suo peso ideale Giulia sia ancora più bella, fiorente. MA tu noti cose che non avevi visto : le gambe, belle, lunge, modellate. Non le pensavi così, non ricordavi una Giulia alta. Ti spogli , ti avvicini, cominci a baciarla, ma i suoi baci sono timidi, frenati. Le sfiori il corpo con le labbra ma capisci subito che non puoi rimandare la cosa che veramente vuoi, la cosa che – insieme all’altra – ti ha portato li : entrare dentro di lei, sentire lei e sentirti unito a lei. E quindi lo fai.
Ci sono poche cose belle come unirsi ad una donna che senti…Sei stato con diverse donne ormai, non tantissime , non sei un play boy, ma comunque le fidanzate non sono state le uniche…la differenza la sai e con Giulia la rivivi.
Non è sesso, Non c’entra nulla. MA non è nemmeno amore, non ancora .
Ed infatti non fate l’amore : Giulia paga la sua promessa e tu prendi il tuo dono.
Tutto.
Non lasci niente, prepotente nella tua dolcezza.
Prendi, e Giulia dà.
In una sorta di sacrificio pagano, Giulia paga le emozioni belle e travolgenti di mesi passati a sognare ed immaginare. Giulia è la sacerdotessa sacrificata, Marco è il Dio che riceve il dono.
Bello, bellissimo, e non importa se oggi l’amore non c’è. Lo cerchi negli occhi di Giulia, lo chiedi alle sue labbra e lei recita la sua preghiera, splendida sacerdotessa addestrata al rito. Non lo trovi.  MA stavolta Dio è buono con te e non ti ruba le emozioni bellissime che i tuoi sensi, tutti , stanno vivendo. Gli occhi, le mani, i sapori, gli odori…
Tutto.
Non hai nemmeno bisogno di finire, ma Giulia questo lo chiede ed ha ragione lei : il rito deve concludersi … Ti vuoti in lei, in una sensazione di felice compimento. 
La tieni fra le braccia, la coccoli, la baci. Sei tenero e ci sei, ci sei ancora, anche senza di lui. Lei no. Giulia non c’è, non c’è mai stata del tutto. Si cerca, smarrita, e non si trova. Te ne accorgi, ma non dici nulla. Comunque sei contento di quei doni, sei grato alla tua sacerdotessa.
Se scoprirai che le tue peggiori paure si sono realizzate, se vedrai che il Marco reale ha irrimediabilmente (ecco, irrimediabilmente, è il termine giusto, perché che perdesse era inevitabile) perso il confronto con il Marco ideale, sarà brutto e doloroso.
MA questo non accadrà oggi.
Ti accompagna all’aeroporto, è triste. Tu no. Malinconico, certo, ma non triste, sei troppo contento dei tuoi doni, del tuo cerchio perfetto.
Domani  ti chiederai se c’è ancora una linea, ma oggi era importante chiudere una storia iniziata cinque mesi fa. La vita è fatta di tappe, questa era una e per te il traguardo è stato bellissimo.
Nel parcheggio dell’aeroporto lei ti cerca, cerca i tuoi baci , le tue carezze, si fa ancora esplorare…LA sensazione è sempre quella di una Giulia che cerca se stessa, i suoi sogni, la corrispondenza tra sogno e realtà. Fa tenerezza Giulia.
E qui sta l’altra cosa che ti ha portato li : la voglia di verità.
Ricordi una leggenda che ti aveva commosso da ragazzo.
Un bambino, di stirpe regale , viene rinchiuso dall’usurpatore del regno dentro una botte e gettato in mare. La botte è grande per il bambino piccolo ma lui, naturalmente, cresce e per non rompere la botte e rischiare di affogare inizia a rannicchiarsi. Arriva un momento che solo tutto raccolto , piegato, costretto, riesce a stare dentro la botte. Può scegliere. Ormai è cresciuto, se resta raggomitolato la botte non si romperà e lui continuerà a vivere. Se si alza, la botte si romperà e lui quasi certamente affogherà.
Il principe si alzò.
Nel venire da te, nel farmi vedere per quello che sono e che tu avevi dimenticato e ricostruito nella tua mente, io mi sono voluto alzare , rompendo la botte dei tuoi sogni.
Nuoterò e forse non affogherò. O forse si, e sarà doloroso.
Ma nella botte non volevo restare più.